
Circa due mesi fa, lanciavo la mia campagna di RICERCA DI SPONSOR per sostenere il progetto emmat (https://www.emmatravet.com/blog/a-a-a-cercasi-sponsor/). Vi racconto com’è andata.
Ho inviato un’email corredata da allegati, a:
- Albergian
- Baratti&Milano
- Cantine Barbera
- Favini
- Baracche&Pulci
- Fondazione Cosso (Castello di Miradolo)
- Paula Cademartori
- Marc Ellis
- Pastificio Bolognese Muzzarelli
- Amazon
- Tiger
- Eataly
I primi quattro (inseriti all’inizio non a caso), non mi hanno dato la quota richiesta (variabile tra le 500 e le 1.000 euro, in cambio di una piccola parte nel nuovo romanzo, promozione su questo blog e sui miei canali social, attraverso video, post e foto), MA mi hanno offerto; marmellatine fragole e rabarbaro (Albergian), cioccolatini e gelèe (Baratti&Milano), bottiglie de La Bambina (Cantina Barbera), borsette in carta, o cartelline (Favini), beni che invieranno direttamente nei luoghi in cui farò la presentazione del nuovo romanzo o ad eventi collegati a Emma Travet. Grazie!
La mia amica Giuliana di Baracche&Pulci è stata l’unica che avrebbe voluto darmi le 500 euro richieste. Peccato che i suoi soci (tutto MASCHI), abbiano detto: NO. Grazie Giuly per il costante support su Facebook e per averci provato.
La Fondazione Cosso, ad oggi, non ha ancora risposto, nonostante la bella email che ho scritto, e stampato con tutti gli allegati, consegnando il pacchetto in busta chiusa color amaranto, al Castello di Miradolo. Signora Cosso, se c’è, batta un colpo, grazie (non penso posterò più foto di chantilly e caffè da Castino…)
Vi riporto il testo dell’email inviata alla signora Cosso:
Buongiorno signora Cosso,
sono Erica Vagliengo, giornalista/web writer di Pinerolo, autrice del romanzo Voglio scrivere per Vanity Fair come Emma Travet, storia di una giornalista ventiseienne italiana (precaria sì, ma con stile), che coltiva un grande SOGNO: scrivere per Vanity Fair.
Non ci conosciamo di persona, ma io la ricordo bene, dai tempi del SUMI, che frequentai nel periodo 1996-2000.
Ho letto con piacere la sua intervista sul sito www.donneeuropa.it , rilasciata a Sara Perro. Mi sono appuntata due passaggi, che sento molto miei:
“Alle giovani dico: siate preparate e mettete passione in ciò che fate”.
“Si deve essere indipendenti economicamente, anche da mariti, compagni e padri”.
Parole sante! Ecco, io sto portando avanti dal 2009 il progetto emmat, legato all’eroina del mio romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair”, Emma Travet, per potermi rendere indipendente al più presto. Fino a un anno e mezzo fa ho lavorato part time in un ufficio dove non mi trovavo bene, ma, sa com’è, con due figli piccoli, ho tenuto duro. Finito il lavoro sui fondi europei, ho deciso di investire sulla mia passione, la scrittura e renderlo un lavoro. Al momento sto lavorando alla nuova strategia del mio progetto emmat (info qui https://www.emmatravet.com/voglio-scrivere-per-vanity-fair/ ) per trovare un nuovo pubblico in vista del seguito di Voglio di scrivere per Vanity Fair, rilanciando, al contempo Emma Travet.
In parallelo, sto cercando degli sponsor, perchè il progetto si sta facendo sempre più corposo, così ho pensato di rivolgermi a lei, per raccontarle la mia storia, allegandole una RICHIESTA DI SPONSORSHIP, ben motivata, nel file che trova qui sotto.
Oltre ad esso, allego:
– i primi due capitoli di Voglio scrivere per Vanity Fair
– il mio portfolio breve
– la copertina di ebook e romanzo+ una mia foto
– la pagina del nuovo romanzo, dove ci siete anche voi
Le lascio anche il link alla video-intervista pubblicata su
http://tempestadicervelli.com/2016/02/01/dal-romanzo-alle-commerce-ecco-come-leditoria-diventa-business/, dove racconto il progetto emmat.
Può trovare i miei mini video su www.facebook.com/EmmaTravet (ne ho fatto anche uno lo scorso sabato, quando pioveva, all’ingresso del Castello, poco prima di entrare per la mostra su Caravaggio.
Per info: www.ericavagliengo.com www.emmatravet.com
Se potessimo incontrarci per un caffè alla caffetteria del Castello di Miradolo, sarebbe un immenso piacere per me.
Buon pomeriggio e grazie per avermi letta. Erica
A seguire: Marc Ellis, Paula Cademartori e il Pastificio Bolognesi Muzzarelli hanno risposto di non poter (o volere?) investire nel progetto. That’s it!
Amazon e Tiger non hanno risposto.
Eataly ha risposto che non usano fare questo genere di investimento, MA la gentil ragazza mia referente, mi ha messo in contatto con le Librerie Coop per la presentazione del nuovo romanzo nel 2017.
ORA, a dirla tutta, pensavo andasse meglio, ma “c’è la crisi” e tante altre palle in circolazione. Per carità, non posso obbligare nessuno a sostenere economicamente il progetto emmat : se decidi di supportarlo è perché l’hai capito e ci credi SUL SERIO, e, di conseguenza, arriva il dinero o il bene fisico. Però, ho come l’idea che in questo Paese macchietta, anche quelli che si considerano AVANTI, siano indietro, tanto da non riconoscere la potenzialità di un progetto come il mio che, necessita di 6.000 euro l’anno per poter andare avanti (leggi alle voci: consulenze con il coach sulla strategia, partecipazione a eventi legati al web marketing e ai social, manutenzione sito, hosting, libri di formazione, pubblicità su Facebook adwords, magliette e sticker nuovi). In questi quasi due anni ho contato sule mie forze, però sarebbe bello trovare UNO SPONSOR, un illuminato o illuminata che creda in Emma Travet. La caccia è ancora aperta…
P.S. La foto si riferisce a un episodio particolare: Emmat va dal direttore di Vanity Fair, con la ricetta della marmellata al rabarbaro di Nonna Olga Dionigia, (scritta su carta da mamma, ma la firma è quella originale di nonna) e con la marmellata di Albergian… credete che sia un episodio inventato? Invece no, è tutto VERO! Cercatelo in “Voglio scrivere per Vanity Fair”!