
Squillo di tromba, udite udite: sono uscita su girlgeeklife (thanx to Sonia Montegiove) E questo avvenimento merita un post, perchè fino a due anni fa non avrei mai pensato di essere inserita in una rubrica dal titolo “meet the geek”. Okay, chi mi segue da tempo immemore (dal 2007 sul blog su style.it) sa tutto il casino che ho fatto sul web per promuovere il mio romanzo “Voglio scrivere per Vanity Fair” e la mia eroina, Emma Travet, ma, diciamo la verità, è stato facile, perchè cinque-sei anni fa non si parlava ancora di social media marketing, non c’erano Twitter, Fb, G+, la pagina Fb, Instagram, etc… da seguire in contemporanea, e tutta la frenesia mista a delirio che regna in rete oggi. Quindi, grazie ad un mix di fattori positivi: la mia caparbietà e costanza unite a una sana faccia da cul, un po’ di fortuna e un prodotto promosso attraverso strade nuove, Emma Travet è volata a Ny, io con lei e abbiamo realizzato tanti incontri, progetti, persino il Fashion party da Orfane30 a Torino. Così ho vissuto di rendita per un po’, visto che mi hanno chiamata a presentare il romanzo e il progetto emmat, fino allo scorso ottobre. Però, nel 2012 ho avuto un brusco risveglio: per vicissitudini varie non ero ancora riuscita a scrivere il seguito, in più mi accorsi di essere moooooooolto indietro, già solo per il fatto di non avere Internet sul cellulare (avete letto bene). Decisi che qualcosa sarebbe dovuto cambiare… sono partita dal lasciare il magazine cartaceo per il web. Ho detto adieu adieu a Lookout magazine (con gran dispiacere perchè l’avevo visto nascere nel 2001), mi sono proposta a Marieclaire.it, ho iniziato altre collaborazioni (for free perchè sono ripartita da zero), ho lasciato anche il vecchio blog su style.it, ho aperto questo qui, e ho capito che mi sarei dovuta mettere a studiare le nuove dinamiche del web, per tentare di diventare una geek girl (come ho scritto anche nella mia bio). Sono trascorsi due anni: ho rilanciato la storia, attualizzandola e pubblicandola con la goWare, nell’edizione e book, mi sono autopubblicata la versione in americano su amazon.com, il progetto emmat si è aperto a nuove esperienze, ho fatto incontri preziosi e interessanti, e adesso, non rimane che scrivere il secondo romanzo, ovvero il seguito. Ora sì che ha senso.
ph erica vagliengo
P.S. Gli occhiali da geek aiutano a sembrare tale. Io non mi sento una geek girl a tutti gli effetti, perchè quelle vere sono geek nell’animo da sempre. Io sono piuttosto una creativa, che ama la scrittura e non potrebbe starne senza, e utilizza i mezzi del web per realizzare tutto quanto le passa per la testa, per promuovere i suoi progetti e sperimentare sempre.