Stamattina mi arriva un’e mail da Maria, dell’ufficio stampa della goWare (la casa editrice che ha pubblicato in e book e in cartaceo la VERSIONE RIVISTA E ATTUALIZZATA di “Voglio scrivere per Vanity Fair”):
Cara Erica,
ti segnalo il video dedicato al Bilancio delle Letture del 2014 di Sara Cantoni nel quale cita come Autore/Romanzo rivelazione del 2014 “Voglio scrivere per Vanity Fair”!
Ci sono un sacco di bei complimenti per te 🙂A presto.
Non male come inizio di giornata! Clicco sul link e vedo Sara (che ha letto 57 libri e 40 romanzi nel 2014 #cioe), la cui audio recensione estiva, mi era molto piaciuta. Al 7 minuto e 15 si parla del romanzo, di me, di Emma Travet. E sono soddisfazioni, DICIAMOLO!
Una- nella fattispecie la sottoscritta- si sta facendo un mazzo quadro (al bando i romanticismi, parliamo di vita vera), da anni, per realizzare i suoi progetti visionari, in uno strambo Paese dove la più parte non capisce o non è interessata a capire come dietro a Voglio scrivere per Vanity Fair ci sia molto di più di un libro, MA una sperimentazione in divenire unica, che sfrutta il web e i suoi strumenti in tutta la sua varietà (trovatemi qualcuno che abbia messo in piedi un progetto come il progetto emmat, e riesca ancora a far parlare di un romanzo pubblicato nel 2009…).

Per contro, i pochi che capiscono mi dicono: “Ma sei troppo AVANTI.”
Ecco, forse il mio problema è che sono troppo AVANTI, in un paese troppo INDIETRO.
By the way, come direbbero gli americani (fossi potuta rimanere 6 mesi di fila a New York, forse, dico forse, qualcosa in più sarebbe accaduto), io non sono una che si lagna, preferisco agire, piuttosto di perdere tempo così. Però, ammetto, di essere un po’ incazzata con un sistema letterario che premia sempre i SOLITI NOTI/le SOLITE NOTE, sui quali puntare con sicurezza, perchè fanno audience, dibattito, polemica,TRAFFICO, like, RT, etc…
Ora, io vado avanti per la mia strada. E’ dura, perchè ho deciso di seguire tutto da me: doppi social (per Erica e per Emma) in quotidiano aggiornamento,partecipazione ad Eventi, scrivere su web magazine (ora sto andando a rilento), farmi da ufficio stampa e pr, tenere il blog e i negozietti su blomming e depop, seguire casa e famiglia e via dicendo…
Ovvio che non riesca a scrivere il secondo romanzo, visto che PRIMA, devo dividermi in altri lavori! A volte mi chiedo: “Cosa mi serve aver creato un alter ego, se poi non mi dà una mano, che so, nemmeno a prendere pane e latte?”
p.s.Se solo Emma Travet potesse scrivere REALMENTE il seguito, sarebbe tutto più semplice.
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