Una stella, Villa Verde, lungo la salita.
Da lì non si vedeva il mare, ma si sentiva il vento di tramontana nelle notti estive di brutto tempo.
L’hotel era modesto ma dignitoso, sempre festoso e pieno di ospiti.
Gli habitué arrivavano puntuali al solstizio d’estate e salutavano i proprietari a inizio settembre. Non erano tipi da mare, gli eccentrici ospiti, o meglio… non amavano trascorrere le giornate in acqua, piuttosto adoravano la piacevole conversazione nel piccolo giardino dell’albergo all’ombra delle palme, la buona cucina ligure del cuoco Giordano, l’ottimo jazz di sottofondo, che percorreva i corridoi rivestiti di moquette bordeaux per infilarsi sotto le porte delle stanze arredate anni ’60.
Arrivarono i Novanta e con essi altre mode, altri modi di approciarsi alla gente, si iniziò a perdere il bon ton e il buon senso, anche gli ospiti si spensero a poco a poco, e l’hotel “Una stella Villa Verde” fu costretto a chiudere. Oggi, passando, lo trovate sempre al solito posto, cimelio decadente dei tempi che furono.
p.s. Sono al mare, in vacanza, nella Liguria delle mie estati da bambina. Questo breve pezzo mi è stato ispirato dal un vecchio hotel dismesso che incontro ogni anno lungo la salita che mi porta dal mare alla casa, lassù, sul promontorio.