Ci sono storie che si incollano perfette, tolta la carta bianca, nell’album delle figurine. Devi solo sincerarti di farle aderire bene nel riquadro già pronto.
Come quella di GIULIANA MARCHESA, torinese, donna di passioni, gallerista in quel di Albissola, artista con personali all’estero, allieva del maestro Raffaele Pontecorvo, con studi di scenografia presso l’Accademia Albertina di Torino. L’ho conosciuta al baretto vicino alla chiesa, a due passi dalla sua galleria-studio (grazie a Stefania Fatta, fashion designer di Due Mosche Bianche), dove vado d’estate ad ascoltare le vecie liguri mentre prendono un caffè.
Sono andata a trovarla un pomeriggio nel suo studio, e nella sua piccola galleria Eleutheros, dove ho visto una mostra piccina picciò, veramente deliziosa, di Pamela Da Costa (Bestiario), andata in scena dal 4 al 27 luglio.
Dopo avermi raccontato parte della sua storia (da film)… un cameo nel mio nuovo romanzo se lo merita tutto!
Nel frattempo godetevi le delicate illustrazioni di Pamela Da Costa nel suo Bestiario.
Troppe le parole che si fermano tra i sensi,
tra la lingua e il naso, tra gli occhi e le orecchie,
il corpo sente e la pelle a volte è dolorante.
Le parole che differenziano l’uomo dall’animale
Delle parole si fa uso e abuso
Ultimamente ho imparato a giocare con le parole,
si incagliano nella mia memoria e diventano immagini.
Mi viene in mente quel gioco, il telefono senza fili.
Una frase viene passata da bocca a orecchio per un certo numero di persone,
a volte viene storpiata completamente, altre arricchita, altre scomposta.
Leggo quello che mi rimane prevalmentemente, è un personaggio, un simbolo, li collego
tutto viene sospeso nella memoria come se un retino avesse preso dall’acqua dei pesci
emerge un disegno che si staglia sullo spazio bianco.
Lo scorso anno mi hanno regalato dei bestiari illustrati e non
tra questi quelli di Borges e Cortazar, uno più enciclopedico l’altro più onirico
entrambi attingono al mondo dell’immaginazione
dell’inconscio, delle emozioni inesplorate, della paura.
Gli animali come rappresentazione di paure, miti,
come simbolo o spunto per rappresentare un’emozione, una dinamica.
Interagendo con gli elementi ho composto le tavole
tra le quali compare qualcosa di molto personale.
E’ ritorno un animale che si specchia negli altri animali.
Pamela Da Costa
e mail: pameladacosta43@gmail.com